2017: Link building si, ma white hat

2017: Link building si, ma white hat

Nonostante l’introduzione di Google Penguin, i link continuano a rappresentare un fattore determinante dell’algoritmo di ranking di Google. La link building rimane quindi la tecnica regina per influenzare il posizionamento di un sito. White Hat naturalmente.

Perchè nel 2017 occorre continuare a puntare sulla link building?

Sono molte le aziende che, scottate da precedenti esperienza legate a tecniche SEO un po’ troppo “garibaldine”, non vedono di buon occhio la link building come opzione delle loro strategie di marketing.

Tutto ciò che si può fare è spiegare a queste aziende che un sito, per quanto possa avere “tutte le cose al posto giusto”, in realtà sarà sempre un sito deficitario e lacunoso se non verrà “completato” con una rete di backlink che ne “certifichi” la popolarità. Perché, tecnicismi a parte, fondamentalmente di questo si tratta: riuscire ad ottenere una specie di certificazione di popolarità che conferisca credibilità al sito e gli consenta di competere con altri nella SERP.

L’ottenimento di questa popolarità è stata sicuramente oggetto di tecniche illecite o border line che Google ha via via penalizzato. Ma la penalizzazione dei siti che si avvalevano di tecniche Black Hat non ha fatto altro che agevolare e premiare quei siti oggetto di strategie SEO serie e di qualità.

Quindi il problema non è la link building in quanto tecnica invisa a Google. Il problema è come la strategia di link building viene portata avanti nel tempo.

Ergo: diffidare di chi sostiene che la SEO è innanzitutto rischio e scegliere con attenzione l’Agenzia Seo cui affidare il proprio sito.

Uno sguardo al funzionamento di Penguin

Innanzitutto Google Penguin è un algoritmo nel 2012 che consente a Google di individuare i link non spontanei e penalizzare il sito ricevente. Essenzialmente l’obiettivo è di contrastare le tecniche Black Hat Seo perché, ricordiamolo, l’ambizione di Google è quella di restituire risultati di ricerca pertinenti e veritieri.

Alla sua quarta release Google Penguin è diventato parte integrante dell’algoritmo di Google. Cosa significa? Che non è più oggetto di lanci specifici volti a “sgrassare” la Serp con penalizzazioni di massa, ma elabora i dati in real time apportando variazioni alla Serp alla pubblicazione/rimozione di singoli url.

Anche Google Penguin non fa altro che agevolare l’attività dei SEO più competenti ed onesti, costituendo un pericolo sono per i siti che in qualche momento della loro vita sono stati oggetti di tecniche rischiose.

Quali sono le cautele da adottare per una link building sicura?

PBN: può essere pericolosa

Reti di blog creati appositamente per ospitare link in uscita sono una tattica divenuta pericolosa già da parecchio tempo. I costi di creazione e gestione di una PBN sicura sono effettivamente proibitivi e potrebbero non essere giustificati.

Investire tempo nella costruzione di relazioni

Uno dei migliori metodi è rappresentato dall’investimento di tempo nella costruzione di relazioni stabili con siti autorevoli che all’occorrenza possano concederci un link contestuale ed autorevole.

Valorizzare la pertinenza del sito

La pertinenza del sito è un elemento che viene troppo spesso sottovalutata prediligendo indicatori o metriche standardizzate per la scelta dei domini e dei siti dai quali ricevere link. Siamo sicuri che a fronte di una DA medio alta da un sito generalista vada bene? O non sarebbe forse più interessante un link da un sito con DA medio bassa ma altamente specializzato in uno specifico argomento attinente con le tematiche del nostro sito?

Il cliente del nostro cliente

Possiamo girarla come vogliamo ma la verità è che l’obiettivo finale è sempre e solo quello di far si che il sito sia visibile a qualcuno: al nostro cliente o al cliente del nostro cliente. Capire come questi ragiona, come effettua le ricerche, che tipo di approfondimenti richiede, è un fattore essenziale, determinante per una corretta produzione di contenuti.

Attenzione quindi a come utilizzate i vari tool online. Partono fotografando lo stato del sito ma, per trarne vantaggio, è necessario fare in modo che possano elaborare anche quello che non vedono ancora: se il mio sito è nuovo (o se è stato oggetto di tecniche seo parziali o poco approfondite) i tool “vedranno” dati parziali e forniranno report per quello che vedono. Occorre esaminare con attenzione i competitor (organici e reali) per capire se siamo o meno sulla strada giusta e poter sfruttare correttamente le potenzialità dei tool.

Trovare alternative al Page Rank

Che il PageRank non fosse più un elemento importante per la scelta dei siti lo sapevamo già da tempo. Da circa un anno ne è stata ufficializzata la sua effettiva marginalità. Non resta che valutare le metriche rese disponibili dai principali strumenti per webmaster: Moz, Majestic, Ahrefs, Semrush, SeoZoom, tenendo però sempre presente che ognuno di essi altro non è che un’interpretazione di segnali elaborati partendo da un database che rappresenta una campionatura del web e non la sua totalità. Indicatori quindi, spesso attendibili, da interpretare e non prender mai come oro colato.

Distribuzione intelligente delle Anchor text

Le Anchor Text sono segnali rilevanti agli occhi del motore di ricerca in quanto caratterizzano pienamente il sito linkato. Tuttavia rischiano di diventare una trappola rischiosa. Infatti una composizione di Anchor Text innaturale, ad esempio prevalentemente incentrata sulla parola chiave di riferimento per il sito, potrebbe portare a penalizzazioni.

Nel costruire una strategia di Link Building occorrerebbe quindi domandarsi quale potrebbe essere un profilo di backlink/anchor text naturale per quel tipo di sito e miscelare varie tipologie di ancore: branded, generiche, naked link, immagini, keyword anchor, lsi anchor, parziali, long tail e via discorrendo.

Creare contenuti di qualità

Creare contenuti di qualità apporta sempre grandi vantaggi. Anche per il 2017 la regola è sempre la stessa: creare contenuti validi per i motori di ricerca e non per i reali interessi della clientela è una strategia di link building sbagliata. Inserire foto e video all’interno del sito, in linea con gli argomenti trattati, risulta essere una delle maggiori preferenze degli utenti che cercano all’interno dei motori di ricerca siti che soddisfino le proprie curiosità. Curando l’aspetto grafico i visitatori della pagina sono più propensi ad approfondire l’argomento sul sito, continuando la loro navigazione senza cambiare pagina. Naturalmente l’offerta di contenuti a buon mercato è sempre allettante, ma il rapporto tra i risultati di qualità e la gestione SEO è diventato di fondamentale importanza. Investire tempo e denaro alla ricerca di contenuti genuini e ben studiati è una delle migliori tecniche per un’ottima strategia di marketing.

Non ignorare i Social Media

I Social Media non sono ottimi strumenti ai fini del ranking su Google, ma piattaforme come Facebook e Twitter rappresentano una fonte di ricerca per gli utenti e di condivisione di contenuti. Anche se agli occhi della tecnica di ottimizzazione SEO il risultato non è diretto, promuovere i propri contenuti su queste piattaforme rappresenta una solida strategia di link building che non andrebbe ignorata. Inserire in modo opportuno dei link che invogliano gli utenti a cliccarci sopra per scoprirne i contenuti è un’ottima pubblicità. Infatti ogni utente che apre il link viene portato automaticamente sul sito dell’azienda. Ad oggi sembra che Google Penguin non analizzi i contenuti condivisi sui social media, permettendo così alle imprese di farsi pubblicità senza rischiare penalizzazioni.

Conclusioni

La tentazione di adottare tecniche Black Hat è sempre latente in tutti coloro che si occupano di SEO… sicuramente ci sono stati periodi proficui in cui con poco si otteneva molto. Le varie azioni intraprese da Google per “pulire” la Serp dai risultati inattendibili e fuorvianti dimostrano che Google non ha nessuna intenzione di mollare sotto questo profilo e, se si vuole tutelare gli interessi dei propri clienti, occorre indubbiamente sacrificare il risultato immediato alla sicurezza di lungo periodo.